Una buona notizia: la nostra aspettativa di vita è sempre più alta. In Italia infatti un 65enne ha mediamente davanti a sé ancora 20 anni di vita. Siamo, insieme al Giappone, uno dei paesi più longevi al mondo. In Europa deteniamo il primato dell’età media più alta.
Questo significa che il Paese ha bisogno di sempre maggiori risorse per la Terza età. Risorse non facili da reperire perché viviamo anni di crisi economica acuita dal fatto che, a un continuo aumento del numero degli anziani, corrisponde una riduzione del numero di giovani in età lavorativa. La salute è un tema cruciale: per assicurare prestazioni sanitarie non solo servono crescenti risorse, ma anche un ripensamento dell’organizzazione dell’assistenza.
In questa ottica è già cominciato un processo di territorializzazione della sanità, che consiste nel riservare gli ospedali al trattamento delle patologie acute e nello spostare gradualmente sul territorio l’assistenza ai malati cronici. In questo processo la farmacia riveste un ruolo fondamentale.
È sempre stata un importante punto di riferimento sul territorio e ora lo diventa ancora di più con lo sviluppo dei nuovi servizi individuati dalla legge, per i quali sono stati previsti anche appositi finanziamenti. I nuovi servizi costituiscono un vantaggio per anziani e cronici perché permettono loro di continuare a vivere a casa loro, riducendo il ricorso improprio all’ospedale che, oltre al disagio per il malato, comporta elevati costi per il Ssn.
In farmacia è già possibile effettuare autoanalisi di prima istanza, prenotare, pagare e ritirare i referti di prestazioni specialistiche, ottenere i servizi di altri operatori sanitari, come fisioterapisti e infermieri, sottoporsi a screening di prevenzione (per esempio del tumore colorettale). Per ora i servizi sono disponibili solo in alcune zone del Paese ma si stanno diffondendo, facendo della farmacia un vero e proprio front-office del Servizio sanitario nazionale.
Tutti i cittadini, infatti, possono facilmente andare in farmacia, perché essa è presente anche nei posti più remoti e disagiati, dove hanno chiuso anche l’ufficio postale e la caserma dei carabinieri e a dire messa la domenica viene un prete da fuori. Per non parlare del medico che visita solo qualche ora a settimana, turnando con l’ambulatorio dei paesi vicini.
Pensiamo al valore della telemedicina in un borgo sperduto: il cittadino entra in farmacia, fa un elettrocardiogramma o un holter, e nell’immediato ha la risposta del cardiologo che si trova fisicamente a decine di chilometri di distanza. La farmacia è vicina, aperta sempre (oltre 1.800 farmacie anche di notte) e il farmacista conosce bene i pazienti, le loro famiglie e il contesto in cui vivono. Così, in un mondo che invecchia, la farmacia diventa un presidio sanitario sempre più prezioso per l’intera collettività.
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