Dall’antico Oriente proviene un vero e proprio tesoro: la Curcuma. L’estratto delle radici di Curcuma longa, infatti, vanta diverse virtù: contribuisce alla funzionalità articolare, favorisce le funzioni digestive ed epatiche e contrasta i disturbi del ciclo mestruale. Ha inoltre un’azione antiossidante. Un alleato di benessere utile quindi in tante diverse occasioni. Scopri tutto sulla Curcuma.
La Curcuma longa L. è una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia meridionale. Coltivata da tempo in India, Pakistan, Cina e Malesia, è apprezzata da oltre 4.000 anni nella tradizione culturale asiatica.
La parte della pianta tradizionalmente utilizzata è la radice: una volta maturata, è raccolta, bollita brevemente, essiccata e polverizzata.
Da secoli la polvere delle radici di Curcuma è usata in cosmetica, in cucina e nella tintura dei tessuti.
Ma soprattutto la Curcuma è impiegata nella tradizione cinese, giapponese, coreana e indiana per combattere fastidi di diversa natura che colpiscono la cute, gli occhi e gli apparati digestivo, respiratorio e riproduttivo.
I Romani dell’età imperiale usavano la polvere di Curcuma soprattutto per tingere i tessuti, grazie al suo colore giallo intenso.
In seguito Marco Polo le descrisse nella sua famosa opera “Il Milione” come un “frutto” simile allo zafferano. Da allora la polvere estratta dalla radice di Curcuma fu chiamata“zafferano d’Oriente”.
Nel XVI secolo, però, la pianta divenne famosa in Europa come rimedio per i fastidi del fegato e delle vie biliari, tanto che figurò tra i medicamenti consigliati da numerosissime farmacopee.
La Curcuma non è utile solo al fegato. Vanta infatti diversi effetti benefici:
La radice di Curcuma contiene un insieme di sostanze sinergiche chiamate curcuminoidi: in particolare la curcumina è il principio attivo responsabile delle proprietà benefiche attribuite alla pianta.
Le capacità della curcumina di svolgere le sue azioni benefiche nell’organismo non dipendono dalle quantità ingerite, ma dai livelli di curcumina effettivamente assorbiti dall’intestino.
Sfortunatamente la curcumina viene assorbita in modo limitato: solo una piccola quantità di principio attivo passa nel sangue per essere distribuita ai tessuti. La maggior parte dell’attivo è rapidamente metabolizzata ed eliminata dall’organismo.
Per aumentare la biodisponibilità della curcumina è quindi necessario veicolarla all’interno dell’organismo tramite sostanze che ne facilitano il trasporto e ne aumentano l’assorbimento a livello intestinale e, quindi, l’efficacia.
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